Slow food

Intevista a Ri-alimenta, una corretta alimentazione a partire dai bambini.

Avete mai sentito parlare di Ri-alimenta? Si tratta di un gruppo di persone, genitori ma non solo, molto attivo per la sensibilizzazione della comunità a una corretta alimentazione e a uno stile di vita sano. Il punto di partenza sono i bambini. Infatti spesso non si pensa a quello che viene servito nelle mense scolastiche, sottovalutando le diverse esigenze nutritive dei bambini. Ri-alimenta, che nasce come espansione del gruppo Facebook “Mamme in pasta”, si sta muovendo in questa direzione. Noi li abbiamo incontrati, per farci raccontare qualcosa in più.

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Ri alimenta sembra un progetto ambizioso per la società di cui facciamo parte. Come nasce?

Ri-alimenta è un pensiero in continua evoluzione. Nato dall’unione di diverse persone e associazioni del territorio, con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza di scelte alimentari corrette per il futuro dei bambini a partire dalle Refezioni Scolastiche. Portare l’attenzione ai menu significa far emergere il valore che ne è sotteso: sostenibilità ambientale, ecosistema, spreco zero, riqualificazione di terreni per la coltivazione di prodotti biologici, così come la tutela del paesaggio del nostro territorio.
Il nostro obiettivo è perciò la salute del bambino, la salvaguardia del suo futuro e la tutela della Terra.
Ognuno di noi può cambiare la realtà che lo circonda, compiendo nel suo piccolo pochi rispettosi gesti.

Alcuni alimenti come farro, verdure e legumi sono difficili da proporre ai bambini. Spesso infatti li rifiutano. Come fare per convincerli a mangiarli?

Innanzitutto in quanto genitori abbiamo una forte influenza su nostri figli, come dice il pedagogista Daniele Novara. Avvicinarsi ad una corretta alimentazione con fiducia è fondamentale in primis per l’adulto che funge da esempio e che poi lo deve trasmettere al proprio bambino.
L’importante è non avere fretta e non scoraggiarsi alla prima difficoltà.
A casa, si può iniziare semplicemente aggiungendo o sostituendo nuovi alimenti.
Queste piccole modifiche fanno sì che il cambiamento avvenga in modo graduale.
Il momento del pasto dovrebbe essere considerato un’attività educativa, sia a casa che a scuola. Il personale dovrebbe essere quindi adeguatamente preparato per riuscire a guidare il bambino lungo un percorso fatto di scoperte sensoriali.
Quello che vorremmo è che la scuola e la famiglia si unissero ancora di più per raggiungere uno scopo comune, la salute dei nostri figli.

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Tra cibo biologico e a km zero e gli alimenti del supermercato certo non c’è paragone. In che modo intendete promuovere la qualità piuttosto che la convenienza di un prodotto?

“Siamo quello che mangiamo” asseriva nell’Ottocento il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach, probabilmente sostenendo che un popolo può migliorare attraverso la propria alimentazione. Il km Zero garantisce disponibilità di cibo fresco e di stagione nel rispetto della tradizione e della valorizzazione del territorio. Assicura il mantenimento delle piccole aziende di qualità e il presidio del territorio, riducendo anche l’impatto ambientale dovuto ai trasporti.

Per quel che riguarda gli alimenti a km zero, sul nostro territorio sono presenti numerose realtà che producono eccellenze della tradizione romagnola.
E’ possibile che queste, insieme ad altre attività Bio, possano collaborare in modo attivo con voi?

Noi ce lo auguriamo! E’ quello che vorremmo raggiungere in breve tempo. Crediamo davvero nelle potenzialità del nostro territorio ed è per questo che stiamo progettando incontri informativi per creare sinergie tra enti locali, famiglie e istituzioni.

Consigliateci una gustosa merenda con la frutta di stagione.

Una buona merenda di stagione, potrebbe essere il croccante fatto con frutta secca: mandorle, nocciole e noci con l’aggiunta di sesamo e malto (evitando miele o zucchero che danno forti picchi glicemici). Oppure mela a spicchi saltata nell’olio d’oliva (mi raccomando saltata e non fritta), aromatizzata alla cannella e condita con uvetta mandorle e semi.

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Per un regime alimentare corretto suggerite di diminuire le proteine animali a favore di quelle vegetali. Quali sono gli alimenti che le contengono?

Vorremmo sottolineare che non siamo noi, ma l’Agenzia Internazionale (IARC), che ha redatto il codice europeo per la prevenzione ai tumori, che consiglia di diminuire l’assunzione di proteine animali e di incrementare cereali integrali, frutta e verdura di stagione.
Tutti gli alimenti che hanno una struttura contengono proteine e considerando che abbiamo un fabbisogno proteico del 12% al giorno è praticamente impossibile incorrere in una dieta che ne abbia meno se ricca di cereali verdure e legumi e frutta secca. (Martin Halley).

La vostra intenzione è quella di ri-educare le persone a un regime alimentare corretto anche attraverso dei momenti formativi. Cosa si può imparare dai vostri corsi? Come si fa a partecipare?

Non si tratta di ri-educare ma il nostro intento è offrire e condividere informazioni.
Organizzeremo eventi e manifestazioni che rappresenteranno parentesi ludiche e ricreative per tutta la famiglia, con l’ulteriore possibilità di interfacciarsi con esperti di nutrizione e salute. Verrà inoltre valutata la possibilità di organizzare piccoli incontri di cucina, per imparare a conoscere i cibi che sono nostri alleati.

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Per mangiare bene bisogna essere per forza vegetariani o vegani?

Noi non siamo un movimento vegetariano o vegano, direi che non possiamo collocarci in nessuna dicitura, siamo persone attente, legate alle nostro territorio, crediamo che proprio dalla nostra terra provengono i cibi migliori. Riteniamo che si tratti solo di utilizzarli al meglio, seguendo le linee guida regionali, i modelli di calcolo delle tabelle LARN, evitando un esubero calorico ed un sovraccarico proteico.
Quello che vogliamo sottolineare è che si parla di equilibrio, nessun cibo è nocivo, ma è l’uso che noi ne facciamo che può renderlo tale.
La chiave sta dunque nell’evitare i cibi raffinati, i prodotti industriali, preferendo l’ utilizzo di cereali, frutta e verdura, riscoprendo i piatti della tradizione.

Qual è il punto di arrivo? E gli eventuali progetti futuri?

Viviamo questa esperienza nel presente, grazie alla collaborazione con un sempre maggior numero di persone, associazioni e realtà del territorio. Il focus del nostro progetto nel corso del tempo è mutato notevolmente: inizialmente siamo partite con l’intento di creare una rete di sensibilizzazione sull’alimentazione delle mense scolastiche e da qui ci siamo ritrovate a sostenere un movimento più ampio, volto a proporre progetti innovativi a favore del benessere generale. Un primo obiettivo riguarda sicuramente il poter aprire un dialogo costruttivo con gli attori che si occupano di ristorazione pubblica perché crediamo sia un diritto dei nostri bambini poter usufruire di un’alimentazione sana ed equilibrata. Nel nostro percorso verranno sicuramente integrate tutte quelle tematiche che riguardano il benessere nella sua globalità. Siamo concordi con la linea di pensiero di Expo 2015 e grazie a questa nuova e ampia sensibilizzazione noi proviamo a promuovere un nuovo benessere nella nostra “Rimini che ci piace”!

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