Forse avrete già sentito il modo di dire: “se è fritto è buono”. Sarete d’accordo con me nel concordare che sia una delle affermazioni più vere del mondo. Qualunque pietanza, se fritta, acquista ancora più gusto e sapore. Ma quali sono i fritti più buoni?
Non esistono solo patatine, fish and chips o arancini. Oggi vi mostreremo una carrellata di golosità, italiane ma non solo. Da consumare a piccole dosi.
Olive ascolane e cremini, Marche.
C’erano una volta, in una bella regione bagnata dal mare e circondata da dolci colline, vere e proprie leccornie, le chiamavano olive ascolane e cremini. Le olive sono ripiene di carne macinata, poi passate nell’uovo e impanate con farina e pan grattato, mentre i cremini sono deliziosi bocconcini di crema alla vaniglia, solidificata e poi fritta.
Di solito vanno serviti insieme, perché il salato delle olive viene smorzato dalla dolcezze dei cremini, e viceversa.
Cannoli, Sicilia.
La Sicilia è la patria italiana dello street food: arancini, o arancine a seconda della zona in cui vi troviate, crocché e poi ci sono loro: i cannoli.
Ripieni di ricotta con canditi e poi fritti nello strutto. Anche molti, oggi, utilizzano soprattutto olio d’oliva.
Gnocco fritto, Emilia Romagna.
Molto utilizzato a Modena, Reggio Emilia, Bologna e Parma per accompagnare salumi e affettati di vario genere. La ricetta è semplice: farina, strutto e acqua gassata.
Churros, Spagna.
Se vi trovate a passeggiare per la Gran Via a Madrid oppure per le Ramblas di Barcellona non potete faremo a meno di assaggiarli. Stiamo parlando dei churros, bastoncini di pastella fritta e poi spolverati con lo zucchero. Assolutamente deliziosi se tuffati in una tazza di cioccolata calda.
Paranza, Napoli (ma anche altre zone del sud).
Chiamata anche frittura di paranza. Si tratta di un fritto di piccoli pesci, come gamberi, alici e trigliette, raccolti grazie alla pesca a strascico. Di solito viene servita all’interno di un cono di carta gialla.
Tempura, Giappone.
E’ uno dei piatti giapponesi cotti più noti. E però protagonista di un piccolo fraintendimento. Infatti molti pensano che abbia origini asiatiche, mentre sono occidentali. Il suo nome infatti deriva da una parola latina che significa “quattro tempora”, ossia i giorni all’inizio di ogni stagione in cui i cristiani si astenevano dal mangiare carne. Così, per accontentare i missionari, gli chef giapponesi si inventarono questo modo per proporre loro verdure, friggendole con farina e acqua ghiacciata.
E voi, quali preferite?